Nell’anno che ha visto celebrarsi le ricorrenze del 200° anniversario della nascita di Charles Darwin e il 150° della pubblicazione dell’Origine delle specie, si è riproposta prepotentemente la tematica del rapporto tra fede e scienza. Un primo bilancio di quanto accaduto in questi dodici mesi mostra un mondo scientifico diviso tra chi semplicemente decide di ignorare la questione ritenendola irrilevante, e chi invece sceglie di occuparsene negando con fermezza ogni possibile compatibilità tra le due realtà. La religione secondo questi ultimi è una superstizione residua di tempi pre-scientifici e in quanto tale può al massimo essere tollerata, ma solo a condizione che non fuoriesca dai confini di una concezione intimistica. I numerosi convegni organizzati sul tema in ambito cattolico hanno da parte loro visto una rappresentanza di accademici schierati in difesa della compatibilità di fede e scienza, ma la sensazione è stata che nelle sale ci si trovasse di fronte ad un pubblico di soli credenti e che quindi, più che di un dialogo tra mondo laico e cattolico, si sia assistito ad una serie di soliloqui in cui i cattolici hanno, per l’ennesima volta, parlato solo a sé stessi. La percezione della questione in ambito cattolico è troppo spesso quella di un dubbio strisciante, che spinge a cercare continue conferme alla correttezza delle proprie idee sul rapporto tra fede e scienza; atteggiamento questo che tende a porre in discussione la razionalità della fede, riconoscendo invece alla scienza una nuova forma di sacralità che finisce per sfociare in un dogmatismo di fatto. Uno degli strumenti per uscire da questa prospettiva alterata viene suggerito dal seguente passaggio del discorso tenuto da Giovanni Paolo II alla Pontificia Accademia delle Scienze nel 1992. Sono parole che si riferiscono al caso Galilei, riguardo al quale il Pontefice afferma:

“A partire dal secolo dei Lumi fino ai nostri giorni, il caso Galileo ha costituito una sorta di mito, nel quale l’immagine degli avvenimenti che ci si era costruita era abbastanza lontana dalla realtà… Questo mito ha giocato un ruolo culturale considerevole; esso ha contribuito ad ancorare parecchi uomini di scienza in buona fede all’idea che ci fosse incompatibilità tra lo spirito della scienza e la sua etica di ricerca, da un lato, e la fede cristiana, dall’altro”.

Un’altra indicazione riguarda invece la sacralizzazione della scienza, questo passaggio viene invece da un dall’enciclica Spe Salvi di papa Benedetto XVI:

“16 […] La novità – secondo la visione di Bacone – sta in una nuova correlazione tra scienza e prassi. Ciò viene poi applicato anche teologicamente: questa nuova correlazione tra scienza e prassi significherebbe che il dominio sulla creazione, dato all’uomo da Dio e perso nel peccato originale, verrebbe ristabilito. 17. Chi legge queste affermazioni e vi riflette con attenzione, vi riconosce un passaggio sconcertante: fino a quel momento il ricupero di ciò che l’uomo nella cacciata dal paradiso terrestre aveva perso si attendeva dalla fede in Gesù Cristo, e in questo si vedeva la «redenzione». Ora questa «redenzione», la restaurazione del «paradiso» perduto, non si attende più dalla fede, ma dal collegamento appena scoperto tra scienza e prassi.”

È per questi motivi che appare oggi necessario andare oltre la più comune apologia della fede (cattolica, in particolare) in rapporto alla sua compatibilità con la scienza, affrontando con maggior convinzione sia i falsi “miti” sui quali si è costruita la presunta incompatibilità tra le due, sia le motivazioni nascoste di una scienza che viene proposta e percepita dai più, acriticamente- come imparziale e disinteressata, ma che porta nelle proprie radici e nella propria natura aspetti opachi, spesso intenzionalmente non dichiarati.

Programma della giornata

CHIESA E SCIENZA – IL CONTRIBUTO DEL CRISTIANESIMO ALLA SCIENZA MODERNA

Sabato 20 marzo

Casa Santa Francesca Romana – Via dei Vascellari 61, Trastevere (altezza isola tiberina)

Orari delle attività

10 – appuntamento direttamente in cappella per iniziare l’Ora Media

10.30 – Presentazione e primo intervento
SCIENZA E FEDE – La rivoluzione scientifica
(Enzo Pennetta)

12.30/13 – Dibattito

13 – Pranzo

15 – secondo intervento
IL CASO GALILEI
(Francesco Agnoli)

17 – Conclusioni a cura del Mons. Giuseppe Tonello

 

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