La sezione giovanile di un partito scelse due anni fa come motto persponsorizzare le attività della sua stagione estiva la seguente espressione: “Il desiderio non ha legge”, volendo presumibilmente esaltare il valore della libertà individuale. Lo slogan, ripreso dal clima socio-culturale del ’68 ere impiantato 40 anni dopo da ragazzi poco più che ventenni nell’estate di una città della riviera adriatica, descrive bene il sentire di molti maitres-à-penser contemporanei, i quali sostengono in effetti che i desideri non debbano essere costretti e compressi da norme e limitazioni, e anzi rivendicano, per quegli stessi desideri, diritti, agevolazioni, un riconoscimento pubblico insomma e il marchio DOC da parte dello Stato.
Il campo della sessualità umana è di gran lunga uno dei luoghi privilegiati incui le rivendicazioni si susseguono e si moltiplicano ad un ritmo vertiginoso; i “desideri-diritti” affiorano sul terreno della società odierna come la rugiada mattutina: diritto di sposarsi tra persone dello stesso sesso, diritto a cambiare il sesso indesiderato, diritto ad avere il figlio desiderato, diritto ad uccidere quello non desiderato, diritto di formare una famiglia secondo i propri gusti, scegliendola nel “supermarket delle famiglie possibili”.
Con queste premesse non stupisce che molti siano i soggetti ad entrare in crisi. Le domande sull’identità di ciascuno non trovano più una risposta univoca. Molteplici sono le declinazioni di parole un tempo chiare e ora ridotte a “nuda verba”, da riempire con il significato che suggerisce il tornaconto del momento: uomo, donna, padre, madre, famiglia, matrimonio… c’è una verità sostanziale dietro queste definizioni oppure spetta al soggetto e alla negoziazione tra isoggetti, che si accordano in società, stabilire il contenuto convenzionale dell’essere uomo, donna, padre, madre, sposo o sposa o altro?
Nelle sedi internazionali (ONU e CE in testa) ormai da anni si esercitano pressioni sui governi perché vengano riconosciuti i diritti, che spettano alle coppie eterosessuali, anche alle coppie omosessuali, e questo in base al nuovo paradigma del “genere” che sta sostituendo il vecchio paradigma del“sesso”. Perché accontentarsi di soli 2 sessi (maschio e femmina) quandoposso avere ben 5 generi, con l’aggiunta di omo, lesbo e trans? E quella che sembra soltanto un’innocua sostituzione di parole cela un’operazione ben più pericolosa: ridefinire i confini dell’umano, proporre una nuova visione della persona e della sessualità umana.
È la “Neolingua” che avanza! In 1984 di Orwell il Ministero della Verità (Miniver in Neolingua) aveva il compito di coniare nuove parole o attribuire nuovi significati a quelle già esistenti, in modo da manipolare le menti deicittadini sottomessi alla dittatura del Grande Fratello. Che ne siamo coscienti oppure no, anche oggi al Miniver lavorano giorno e notte, perché sanno beneche “dare il nome alle cose” è un grande onore e un grande potere, potere di mutare la sostanza delle cose. Al Miniver giocano con le parole, ma non è Scarabeo, giocano con le parole, perché le orecchie distratte dell’uomo moderno non colgano più le differenze tra ciò che vero e ciò che è falso, giocano con le parole per trasformare la realtà. E nei suoi uffici l’aborto diventa IVG, interruzione volontaria di gravidanza, l’uccisione di embrioni, cioè di persone umane, è semplicemente una riduzione embrionaria, il sesso diventa genere, e dal cilindro delle parole i maghi della Neolingua tirano fuori PACS (patti civili di solidarietà), DICO (diritti dei conviventi), CUS (contratti di unione solidale), che – ci tengono a precisare – non hanno niente a che vedere con la famiglia, ma allo stesso tempo suggeriscono che in fondo ci sono molti modi di “stare insieme”, c’è un pacchetto per tutte le tasche e per tutti i gusti, e in fondo la famiglia, il matrimonio è solo uno degli scenari possibili. Noi crediamo che le parole siano importanti, non solo perché Dio stesso hacreato il mondo con la parola, ma perché “In principio era la Parola”. Alla luce di questa Parola per eccellenza, che illumina da duemila anni il camminodell’uomo, vogliamo provare a ridare senso e sostanza al nostro essere uominie donne, sposi e spose, padri e madri, e non da ultimo figli dell’unico Padre. Lo faremo con lo psichiatra e saggista Adolfo Morganti e l’avvocato, patrocinante nei tribunali civili ed eccelsiastici, Silvia Filippi.
Casa Santa Francesca Romana, via dei Vascellari 61 (Trastevere)
SABATO 6 GIUGNO 2009
Sul tema
MASCHIO E FEMMINA LO CREO’
Riflessioni su sessualità e famiglia
Programma
10:00 Ora media nella cappella della Casa
10:30 Prima relazione
LIBERTINISMO E IDEOLOGIA DI GENERE
Come la modernità ha adulterato il significato della sessualità umana
(prof. Adolfo Morganti)
13:00 Pranzo
15:00 Seconda relazione
IL MATRIMONIO DAL PRINCIPIO ALLA FINE
(Avv. Silvia Filippi)
17:00 Conclusioni a cura dell’assistente ecclesiastico, mons. Giuseppe Tonello
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