Dal Messaggio al Presidente Napolitano per i 150 anni dell’Unità d’Italia di Benedetto XVI
Il processo di unificazione avvenuto in Italia nel corso del XIX secolo e passato alla storia con il nome di Risorgimento, costituì il naturale sbocco di uno sviluppo identitario nazionale iniziato molto tempo prima. In effetti, la nazione italiana, come comunità di persone unite dalla lingua, dalla cultura, dai sentimenti di una medesima appartenenza, seppure nella pluralità di comunità politiche articolate sulla penisola, comincia a formarsi nell’età medievale.
Il Cristianesimo ha contribuito in maniera fondamentale alla costruzione dell’identità italiana attraverso l’opera della Chiesa, delle sue istituzioni educative ed assistenziali, fissando modelli di comportamento, configurazioni istituzionali, rapporti sociali; ma anche mediante una ricchissima attività artistica: la letteratura, la pittura, la scultura, l’architettura, la musica. Dante, Giotto, Petrarca, Michelangelo, Raffaello, Pierluigi da Palestrina, Caravaggio, Scarlatti, Bernini e Borromini sono solo alcuni nomi di una filiera di grandi artisti che, nei secoli, hanno dato un apporto fondamentale alla formazione dell’identità italiana. Anche le esperienze di santità, che numerose hanno costellato la storia dell’Italia, contribuirono fortemente a costruire tale identità, non solo sotto lo specifico profilo di una peculiare realizzazione del messaggio evangelico, che ha marcato nel tempo l’esperienza religiosa e la spiritualità degli italiani (si pensi alle grandi e molteplici espressioni della pietà popolare), ma pure sotto il profilo culturale e persino politico.
San Francesco di Assisi, ad esempio, si segnala anche per il contributo a forgiare la lingua nazionale; santa Caterina da Siena offre, seppure semplice popolana, uno stimolo formidabile alla elaborazione di un pensiero politico e giuridico italiano. L’apporto della Chiesa e dei credenti al processo di formazione e di consolidamento dell’identità nazionale continua nell’età moderna e contemporanea. Anche quando parti della penisola furono assoggettate alla sovranità di potenze straniere, fu proprio grazie a tale identità ormai netta e forte che, nonostante il perdurare nel tempo della frammentazione geopolitica, la nazione italiana poté continuare a sussistere e ad essere consapevole di sé. Perciò, l’unità d’Italia, realizzatasi nella seconda metà dell’Ottocento, ha potuto aver luogo non come artificiosa costruzione politica di identità diverse, ma come naturale sbocco politico di una identità nazionale forte e radicata, sussistente da tempo. La comunità politica unitaria nascente a conclusione del ciclo risorgimentale ha avuto, in definitiva, come collante che teneva unite le pur sussistenti diversità locali, proprio la preesistente identità nazionale, al cui modellamento il Cristianesimo e la Chiesa hanno dato un contributo fondamentale.
Per ragioni storiche, culturali e politiche complesse, il Risorgimento è passato come un moto contrario alla Chiesa, al Cattolicesimo, talora anche alla religione in generale. (…) Ma si deve riconoscere che, se fu il processo di unificazione politico-istituzionale a produrre quel conflitto tra Stato e Chiesa che è passato alla storia col nome di “Questione Romana”, suscitando di conseguenza l’aspettativa di una formale “Conciliazione”, nessun conflitto si verificò nel corpo sociale, segnato da una profonda amicizia tra comunità civile e comunità ecclesiale. L’identità nazionale degli italiani, così fortemente radicata nelle tradizioni cattoliche, costituì in verità la base più solida della conquistata unità politica.
Sulla scia di quanto detto dal Santo Padre, la relazione della mattina, ad opera del Presidente dell’Associazione Luca Teofili, sarà dedicata ad approfondire il contributo del Cristianesimo nella costruzione dell’identità italiana, mettendo in luce figure di cristiani, che senz’altro non verranno ricordate nelle celebrazioni ufficiali, ma che hanno giocato un ruolo determinante prima, durante e dopo il periodo risorgimentale.
Nel pomeriggio, il prof. Giuseppe Fioravanti, esperto di storia del Risorgimento, ci guiderà in un viaggio affascinante per le strade della Roma ottocentesca, illustrando i cambiamenti della città dopo Porta Pia e, prendendo spunto dai dati urbanistici, approfondirà le vicende di quegli anni così densi di avvenimenti, che hanno portato dalla Roma pontificia a Roma, capitale d’Italia.
Casa Santa Francesca Romana, via dei Vascellari 61 (Trastevere)
SABATO 9 APRILE 2011
Sul tema
RISORGIMENTO – Riflessioni a 150 anni dall’Unità d’Italia
Programma
10:00 Messa feriale nella cappella della Casa
10:30 Prima relazione
LA CHIESA AI TEMPI DI PIO IX E GARIBALDI
(dott. Luca Teofili)
13:00 Pranzo in loco
15:00 Seconda relazione
IL RISORGIMENTO VISTO DALLE STRADE DI ROMA
(prof. Giuseppe Fioravanti)
17:00 Conclusioni a cura dell’assistente ecclesiastico, mons. Giuseppe Tonello
Modera l’avv. Luca Silvestri, vice-presidente dell’associazione Archè