Una delle domande fondamentali che l’uomo da sempre si pone è: da dove veniamo?

La domanda sulle Origini, infatti, è inevitabilmente connessa a quella riguardante lo scopo dell’uomo, al significato stesso della sua esistenza. A questa domanda, le tradizioni religiose hanno sempre risposto che quella dell’uomo è un’origine spirituale e trascendente, che legittima la finalità della sua esistenza che è quella di tendere con tutte le forze al Bene e all’Assoluto, aprendosi all’abbraccio del Divino.

La Rivelazione cristiana, in particolar modo, vede nell’uomo il culmine della creazione: l’unico essere fatto a immagine e somiglianza del Creatore, e che l’evento straordinario e unico dell’Incarnazione esalta come capax Dei, “capace di contenere Dio” in tutta la sua pienezza e perfezione.

Da questo punto di vista, un racconto come quello della creazione presente nella Genesi biblica non ha tanto, come primo obbiettivo, quello di spiegare “in che modo” l’uomo sia stato creato a partire dall’elemento materiale eanimale (l’adamah, o “terra” del testo ebraico), quanto piuttosto quello di spiegare che la creazione tutta (e quella dell’uomo in particolare) sono frutto di un Progetto divino, per nulla riconducibile al “caso”, un progetto di sapienza e amore che conferisce al creato, e alla persona umana suo vertice, un’inarrivabile dignità.

In età moderna questa prospettiva è stata sempre più messa in dubbio e combattuta dal pensiero materialista: in quest’ottica, una grandissima importanza hanno avuto le teorie di Darwin che, riprese in un secondo tempo nella cosiddetta teoria sintetica dell’evoluzione (o neodarwinismo), hanno caldeggiato una visione della realtà dove gli unici artefici della natura sarebbero le forze del Caso e della Necessità, sotto forma dell’effetto combinato delle mutazioni genetiche casuali e della selezione naturale.

Ma quali sono le basi scientifiche del neodarwinismo?
Ed è corretto affermare che questa teoria abbia realmente risolto “il mistero della vita”?
E quali sono i suoi punti di forza e i suoi limiti?
E quali sono, infine, le ricadute del darwinismo a livello culturale, sociale, antropologico ed esistenziale?

La giornata si articolerà in due incontri: la mattina, sarà nostro ospite il Prof. Roberto Fondi, docente diPaleontologia all’Università di Siena. Nel corso dell’incontro, il relatore tratteggerà le caratteristiche fondamentali dell’ipotesi neodarwinista, il suo approccio alla realtà e le sue“difficoltà”.

Durante il pomeriggio, invece, l’incontro col Prof. Umberto Fasol, docente di scienze, ci porterà alla scoperta dell’influenza culturale che il darwinismo ha nella nostra società. Quali sono, nell’attualità e nella vita concreta, le conseguenze di una visione della realtà che identifica l’uomo al pari di un “grumo di materia evoluta a caso”?

Casa Santa Francesca Romana, via dei Vascellari 61 (Trastevere)
SABATO 18 APRILE 2009
Sul tema
SCIENZA E FEDE
Ipotesi sull’origine dell’uomo da Darwin ad oggi

Programma
10:00 Ora media nella cappella della Casa

10:30 Prima relazione
FONDAMENTI DELL’IPOTESI NEODARWINISTA
Approccio alla realtà e “difficoltà”
(prof. Roberto Fondi)

13:00 Pranzo

15:00 Seconda relazione
L’INFLUENZA CULTURALE DEL DARWINISMO NELLA SOCIETA’ CONTEMPORANEA
(Prof. Umberto Fasol)

17:00 Conclusioni a cura dell’assistente ecclesiastico, mons. Giuseppe Tonello

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